Concessioni di servizio pubblico
o business?
Socrebi nel giugno 2017 fece richiesta al Comune di Biella di raddoppiare la struttura in concessione, ma per fare raddoppiare i guadagni e non per esigenze di servizio
Dopo lo scandalo ed il sequestro del forno di Biella, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento gli atti amministrativi riferiti al progetto iniziale ma anche quelli relativi alla richiesta di ampliamento dell’impianto da parte della concessionaria. Socrebi chiedeva infatti «nel più breve tempo possibile» di procedere alla realizzazione della seconda linea perché si riscontra «un notevole aumento delle salme da cremare». Ma nella discussione sulla delibera della giunta comunale, del 30 luglio 2018 – che parla della necessità di una seconda linea da utilizzare solo in caso di guasti o black out, emerge una realtà che, alla luce di quanto rilevato nel blitz dai carabinieri e dei fatti in corso di accertamento, offre una lettura del tutto differente.
Il piano finanziario presentato inizialmente dalla ditta, che investiva due milioni di euro di partenza e faceva un piano di rientro con margini ragionevoli di guadagno nel periodo di concessione per 27 anni, perché si era previsto un numero molto basso di cremazioni. l’obiettivo del project financing era di circa mille cremazioni/anno. Da questo piano, dopo 27 anni, le somme incassate erano presunte in 3,8 milioni. Mentre con la seconda linea il nuovo piano prevedeva un guadagno di 39 milioni di euro. Con quali benefici per il comune?
L’Asl, peraltro, in un documento protocollato il 19 gennaio del 2018, affermava che il fabbisogno per il territorio di Biella era «ampiamente soddisfatto», contando in effetti circa 145/200 cremazioni secondo quanto riferisce un consigliere di opposizione e la stampa, eppure il Comune dava parere favorevole e senza mettere a bando i gara la seconda linea crematoria.
A questo punto, allora, è lecito mettere a confronto i dati del business plan, che a fronte dell’investimento iniziale d parte di un privato, riconosce un servizio pubblico in concessione a quel soggetto, per una durata di tempo (27 anni) rapportata al piano di rientro dell’investimento, ossia in funzione dell’obiettivo di “produzione” in circa 1000 cremazioni l’anno, garantendo così un ragionevole margine di guadagno per Socrebi, ricordando sempre che le concessionarie svolgono certamente attività imprenditoriale, ma in primis devono soddisfare un’esigenza pubblica e garantire il servizio senza guadagnare in modo anomalo e spropositato. La quota del Comune Concedente, per i servizi oltre il minimo previsto nel piano finanziario, era di solo 35 euro a cremazione.

project financing Socrebi
Risulta quindi un elemento anomalo il dato numerico che emerge dalle informazioni fornite dai giornali ed a livello politico:
-1000 cremazioni/anno obiettivo a regime su business plan
-oltre 3mila cremazioni a settembre
-30 euro/cremazione al Comune
– 200 cremazioni a Biella
Ed allora viene da più parti oggi criticato il parere favorevole del Comune, per raggiungere la quota di anche 5 mila cremazioni all’anno (catalizzando a Biella le salme provenienti da tutto il nord Italia), garantendo guadagni milionari alla Socrebi, senza che la seconda convenzione prevedesse un corrispondente aumento di entrate o vantaggi a favore dell’ente pubblico concedente il servizio, e di una redditività garantita in termini spropositati; secondo le opposizioni difatti: “… c’è stata una mancanza di attenzione tra la prima convenzione e la seconda, che assicura alla società che ha vinto l’appalto guadagni milionari mentre per il Comune i vantaggi sono molto modesti ed in percentuale addirittura inferiori? Infatti tra la prima e la seconda convenzione il Comune di Biella passa da un vantaggio del 17% ad uno del 14%…”.
Questa vicenda, in conclusione, getta una diversa e sinistra luce, ancora da approfondire, sulle ragioni economiche delle procedure di cremazione anomale, che da quanto si è appreso sembra procedessero a ritmo industriale con salme cremate due per volta ed a ciclo continuo, senza le necessarie pause dell’impianto e senza garantire lo smaltimento delle ceneri secondo quanto previsto nel capitolato di concessione.
sul progetto di costruzione del secondo forno crematorio richiesto da Socrebi, che evidenzia i seguenti dati:
*145 cremazioni a Biella
*1000 cremazioni/anno obiettivo a regime su business plan
>oltre 3mila cremazioni a settembre
*30 euro/cremazione al Comune
La richiesta di seconda linea di cremazione dunque sarebbe non per garantire il servizio, ma per fare business