Tempio Crematorio, le denunce salgono a 500. In Procura il tema dei controlli

Sono diventate 500 le querele che gli avvocati della Codacos hanno presentato alla Procura della Repubblica per i fatti legati al Tempio Crematorio di Biella (“macabro business della morte” definito dai magistrati inquirenti per le modalità con cui avvenivano le cremazioni).

Le ultime denunce sono state presentate oggi, nel Palazzo di Giustizia di via Repubblica. Al centro della documentazione c’è una robusta ricostruzione dei fatti avvenuti nell’area cimiteriale della città, con una serie di possibili inadempienze da parte di soggetti ufficiali che dovevano vigilare su quanto faceva la So.cre.bi nel Tempio Crematorio del Comune. Nessuna denuncia politica o chiamata in causa di questo o quell’esponente della maggioranza di governo della città. Piuttosto una serie di domande che i legali hanno deciso di sottoporre all’attenzione dell’autorità giudiziaria, che ha deciso il blitz dello scorso mese di ottobre.

Si tratta del famoso tema dei controlli che, carte alla mano, secondo i legali delle tante famiglie che si sono sentite truffate dalla So.cre.bi e dall’impresa Ravetti, potrebbero non essere avvenuti da parte di enti pubblici preposti a farlo. Insomma, da oggi, la questione non è più solo uno spettro che si aggira sulla città per la vicenda che tanto fa discutere e arrabbiare, ma una questione posta nero su bianco cui magistrati dovranno provare a dare una risposta.

In pratica le famiglie, attraverso i loro rappresentanti, chiedono: perché la richiesta di ampliamento dell’impianto, l’enorme numero di cremazioni avvenute da parte della società che lo gestiva non hanno insospettito nessuno? C’è stato dolo? Della negligenza da parte di qualcuno? O addirittura dell’altro?

In ballo ci sono possibili responsabilità amministrative da parte di alcuni enti (Seab e Azienda sanitaria locale, per esempio) ma anche penali, cioè di figure precise che non potevano non sapere quanto avveniva nel Tempio Crematorio. Questioni delicate e complesse, che ovviamente interesseranno i giudici ma anche la politica, a pochi mesi dalle consultazioni amministrative.

“Sono passati più di 15 giorni dall’istanza d’accesso agli atti per avere copia delle assicurazioni del Tempio Crematorio. Ad oggi ancora nulla. Attendo rassicurazioni ufficiali perché, dopo tutto quello che è successo, pensare che la ditta operasse da due anni senza aver prodotto le assicurazioni previste, sarebbe motivo di grande responsabilità tecnica e politica” sono non a caso le parole di Giovanni Rinaldi, consigliere del comunale dei 5 Stelle, che da sempre segue la vicenda.

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