TEST DNA SULLE CENERI: cos’è e come funziona
Le ceneri sono formate solo dalla struttura scheletrica dell’individuo mentre il 60-65% del peso corporeo, formato da acqua, evapora nel processo di combustione che raggiunge temperature di circa 1000°C. Il forno crematorio è composto da due parti sovrapposte divise da una griglia: le ceneri e le ossa calcificate scendono progressivamente nella parte inferiore del forno. Al termine del processo di cremazione i residui di combustione, derivanti ad es. dalla cassa in legno, vengono aspirati, filtrati e dispersi nell’atmosfera, mentre tramite un magnete si elimina il materiale metallico rimasto (chiodi della bara, eventuali protesi..). Quanto resta dello scheletro osseo, viene polverizzato in un macchinario e passato in un setaccio a vibrazione per eliminare le polveri più fini. Il risultato, mediamente 2,5 Kg di fosfati di calcio e altri minerali minori quali sali di sodio e potassio, forma le cosiddette “ceneri”, chiamate così in modo improprio in quanto nulla hanno chimicamente a che fare con la cenere del legno, e viene raccolto e sigillato in un’urna che verrà poi consegnata ai famigliari.
Abbiamo ricevuto conferma dal ns consulente scientifico, di fama e rilevanza nazionale, che è possibile eseguire un esame di laboratorio sulle “ceneri” dei propri cari; attraverso una verifica comparativa (ad esempio con i capelli del defunto, o prelievo con un tampone salivare di un congiunto) si può accertare la natura dei resti contenuti nell’urna e relativa appartenenza alla persona cara, e solo a quella.
Chiariamo ora alcuni aspetti rilevanti per le indagini sul punto:
- Il test DNA è FACOLTATIVO, per presentare la denuncia/querela è sufficiente aver fruito del servizio crematorio Socrebi nel periodo sospetto (dal 2016 al 26.10.2018).
- COSTI, abbiamo consultato un laboratorio scientifico di Torino e ottenuto un prezzo fisso in convenzione, notevolmente inferiore a quello praticato, in funzione del numero di test che presumibilmente invieremo; l’esame si svolge su tre livelli. Tale costo è interamente recuperabile tra i danni liquidati alle vittime.
- Pratiche burocratiche, per la eventuale estumulazione occorre presentare una domanda al Comune.
- Per coloro che preferiscono NON eseguire il test DNA, perché non vogliono violare un tumulo o affrontare questo penoso percorso, permane legittimazione piena per la querela e risarcimento del danno.
Cosa comporta fare/non fare la verifica genetica delle ceneri:
Trascurando gli aspetti personali, affettivi e morali derivanti dalla incertezza sulla appartenenza dei resti cinerei all’individuo che è stato cremato, dal punto di vista processuale, la verifica del dna consente di essere con certezza parte offesa su tutti i reati contestati, e fornire importanti elementi di prova scientifica a carico degli indagati, che la Procura di Biella non sarebbe altrimenti in grado di acquisire, se non in termini statisticamente esigui e solo a campione (test a campione per mese/anno), svolgendo così un fondamentale ruolo di accusa privata nel procedimento penale.
Anche sotto il profilo dei risarcimenti l’aspetto relativo al test dna può incidere molto: qualora il test risultasse negativo (presenza di sabbia o non appartenenza al congiunto) ci sarebbe un danno più evidente, si è infatti parte offesa con certezza sul reato di soppressione dei resti mortali, e dal punto di vista del danno morale ciò può ritenersi una componente molto importante del risarcimento spettante alla parte civile.
Per chi decida ovvero non possa fare la verifica genetica delle ceneri (es. dispersione), il danno sussiste seppure in termini di incertezza di sapere cosa c’è nell’urna, residuando comunque per tutti la legittimità per quanto agli altri reati, legati al trattamento irregolare e disumano del processo di cremazione.
Il test DNA, come funziona e quanto costa.
Come accennato abbiamo concluso una convenzione con un importante laboratorio di analisi scientifiche di Torino.
All’esame si procede su tre livelli:
- Prima fase, cd. di “fattibilità”, è l’analisi del contenuto e qualità del contenuto dell’una, per valutare presenza di frammenti ossei compatibili con l’estrazione del dna
- Seconda fase, analisi della qualità e livello del dna nei frammenti più rilevanti (ad es. un frammento di dente ha un alto contenuto di Dna rispetto ad altre parti scheletriche)
- Terza fase, estrazione del dna e analisi di comparazione genetica, che può essere più o meno complessa in funzione degli elementi di riscontro (es. capelli dell’individuo, presenza in vita di ascendenti/discendenti/collaterali etc.)
Per ogni fase il costo è crescente ma predeterminato per ciascuna di esse, quindi si affronta il costo della terza fase (il più rilevante) solo se e quando vi è la garanzia di poter ottenere un risultato apprezzabile scientificamente e processualmente.
Ogni fase sarà seguita dal ns. consulente scientifico, a garanzia del massimo risultato al minor costo possibile.Nell’area RISERVATA del ns BLOG, accessibile ai clienti che si saranno accreditati con il gestore del sito, è stato pubblicato un video del Gen. Luciano Garofano nel quale spiega ampiamente e dettagliatamente tutti i passaggi che abbiamo appena indicato, con ulteriori informazioni

Estratto il DNA dai resti delle prime urne esaminate
Gentili clienti,
il laboratorio scientifico che abbiamo incaricato degli esami sulle urne, dopo aver documentato il contenuto e peso del materiale contenuto nelle prime due urne messe a disposizione dai familiari, è riuscito ad effettuare l’estrazione e quantificazione del DNA dai resti cinerei.
Questo primo positivo ed incoraggiante risultato, di per sé sconfessa la tesi del consulente della procura sulla impossibilità scientifica di estrarre il DNA dalle ceneri e dunque sulla mancanza di una possibile prova sul chi, o cosa, sia contenuto all’interno delle urne.
Grazie alle famiglie che si sono rese disponibili, stiamo procedendo alla fase successiva degli esami scientifici per la possibile identificazione di un profilo individualizzante di DNA, e spingerci almeno fino alla completa estrazione e quantificazione del DNA, tipizzazione genetica (analisi del profilo/i ricavabile dal campione di cenere) e confronto con campioni di soggetti in vita (tramite prelievo salivare) per stabilire l’appartenenza o meno ad un gruppo/i famigliare/i.