Comunicato stampa Post-Sentenza

La sentenza di condanna emessa ieri a carico di Marco e Alessandro Ravetti non sarà esecutiva fino a che non sarà definitiva: occorrerà come di consueto attendere l’esito del giudizio di appello (già annunciato dai difensori dei Ravetti) e – verosimilmente – anche l’esito della Cassazione perché gli imputati scontino la pena prevista dalla condanna.

Sulla pena inflitta in primo grado occorre fare chiarezza: intanto la Procura ha la possibilità di proporre appello (e noi gli chiederemo formalmente di farlo) al fine di perseguire la pena ben più alta richiesta e non accolta dal Tribunale. Del resto la Procura ha puntato tutto solo su questo processo, chiedendo come noto l’archiviazione dei procedimenti relativi alle tante, tantissime querele presentate per gli episodi ulteriori rispetto a quelli (pochi) contestati sinora, nonostante le ampie confessioni degli imputati sull’inizio delle condotte criminose , poste in essere con serialità molti mesi prima che i Carabinieri piazzassero le telecamere all’interno del tempio crematorio.

Ci sembra quindi doveroso, per coerenza, che la Procura, avendo scelto di limitare le contestazioni a pochi casi e non avendo raggiunto gli obiettivi di pena prefissati, impugni la decisione sia per le assoluzioni sul reato di truffa aggravata e falso che per la misura della pena finale, pari a 5 anni di reclusione (qualche mese in più per Alessandro Ravetti) rispetto agli 8 richiesti. Quasi la metà.

In attesa delle motivazioni, che permetteranno di comprendere il ragionamento che ha guidato il Giudice alla decisione emessa, una considerazione riteniamo si possa però già fare: avendo il Giudice già recepito alcune difese degli imputati (concedendo le circostanze attenuanti generiche e assolvendo i Ravetti dai reati di truffa aggravata ai danni del Comune e di falso in relazione all’inganno verso gli uffici comunali) sarà più difficile per i difensori motivare l’atto di appello ed ottenere un risultato apprezzabile almeno dal punto di vista del trattamento sanzionatorio, che se confermato in via definitiva condurrà fisicamente in carcere gli imputati, oltre alla loro interdizione dai pubblici uffici.

Il nostro impegno sarà cercare di migliorare o quanto meno blindare questo risultato, sia stimolando la Procura a non accontentarsi ma a battersi fino alla fine quantomeno nell’unico processo che ha deciso di promuovere contro i Ravetti, sia cercando di far aprire un processo bis per far riconoscere il ruolo di parte offesa e ottenere giustizia anche a favore di tutte le altre famiglie finora escluse dal processo penale.

I legali Codacons

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