SCANDALO AL TEMPIO DEL COMMIATO DI BIELLA: COME TUTELARSI

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Biella in queste ore è sotto shock dopo aver appreso dell’inchiesta, iniziata il 20 settembre scorso, dalla Procura di Biella che ha portato all’arresto di due persone nonché alla chiusura del Tempio della morte che si trova nell’area cimiteriale cittadina e che è gestito dalla società Socrebi Srl.

Le accuse sono gravissime: distruzione di cadavere e violazione di sepolcro, gestione pericolosa di rifiuti ed istigazione alla corruzione, ma potrebbero aggiungersi altre ipotesi di reato, legate ai costi delle cremazioni.

Ancor più gravi e scioccanti sono i dettagli che sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa tenutasi la scorsa settimana presso la Procura della Repubblica di Biella direttamente dalla Procuratrice Dr.ssa Teresa Angela Camelio, la quale ha definito la vicenda come “Una lugubre catena di montaggio della morte, a fini di lucro”. Una frase questa che è stata riportata e ripresa dalle più famose testate giornalistiche anche nazionali in quanto riassume e fotografa quanto avveniva all’interno del Tempio crematorio gestito dalla Socrebi.

Grazie alle accurate indagini svolte dalla Polizia giudiziaria aliquota Carabinieri, è stato infatti possibile accertare che, al fine di potenziare al massimo il numero delle cremazioni, diversi corpi venivano bruciati insieme, con la conseguenza che le ceneri consegnate ai parenti nelle urne cinerarie venivano mescolate, mentre in altri casi venivano buttate dentro contenitori dell’immondizia indifferenziata nei pressi del cimitero. Sono infatti stati sequestrati ben 240 kg tra ossa e ceneri che non sarebbero state smaltite ma invece abbandonate dentro alcuni scatoloni, sequestrati dall’autorità giudiziaria. Addirittura ceneri ed ossa venivano poi sostituite con della sabbia e pertanto su i 240 kg sequestrati, il Procuratore Camelio avrebbe già affidato il compito di analizzarle alla consulente Cristina Cattaneo.

I numerosi filmati effettuati dagli Inquirenti nel corso delle indagini tramite telecamere nascoste mostrano tutto questo e altri macabri particolari: pare che nel ciclo delle cremazioni sarebbe stato gettato anche un cane.

Sempre per velocizzare al massimo le operazioni di cremazione, che normalmente durano all’incirca 2 ore, alle bare veniva tolto la parte di zinco così riducendo il tempo necessario quasi della metà. E sempre nell’ottica di celerità, si procedeva a rompere attraverso asce, roncoli le ossa dei corpi che venivano bruciate senza cassa, evitando così lo spegnimento del forno e la pulizia dei filtri.

Tutto ciò era dunque finalizzato ad aumentare per quanto più possibile il numero delle cremazioni e quindi dei guadagni, anche a discapito del rispetto della legge e, soprattutto, dell’umanità e della sensibilità che si dovrebbero dimostrare nei confronti dei corpi di persone decedute e dei loro familiari che affidavano alla professionalità della Società i loro cari.

Si pensi che, secondo quanto rilevato dagli Inquirenti, il forno crematorio avrebbe in pochi mesi più che triplicato il numero di operazioni di cremazione, passando così ad un aumento di + 441 % di produzione.

Secondo infatti la normativa in materia le operazioni di cremazione e di sistemazione dei corpi avrebbero dovuto essere al massimo quattro al giorno ma, da quanto è emerso dalle indagini, all’interno del Tempio della morte di Biella ne venivano effettuate almeno 15, ossia più del triplo di quelle consentite, e ciò grazie alla violazione dei numerosi adempimenti prescritti dalla legge.

A seguito dunque delle indagini, sono state sottoposte a custodia cautelare Alessandro Ravetti, amministratore delegato della Socrebi, la società che ha costruito l’impianto ottenendone in cambio la gestione per 27 anni, e un suo dipendente, Claudio Feletti, 56enne di Ponderano (Biella).

Questi i dettagli noti sono ad oggi e si è in attesa di ulteriori sviluppi.

LE POSSIBILI TUTELE LEGALI

L’intento del nostro Studio Legale è quello di fornire ai familiari dei defunti coinvolti nella grave vicenda e delle Imprese funebri che si erano affidate alla Socrebi Srl le prime informazioni utili su come muoversi e su come tutelare i loro diritti nelle sedi giudiziarie più opportune al fine di ottenere giustizia per il grave danno subito.

COSA VA FATTO:

  1. presentare entro 90 giorni unadenuncia-querelaalla Procura della Repubblica di Biella, in modo da qualificarsi quanto prima come persone offese e partecipare da subito al procedimento penale al fine di richiedere in questa sede i danni patiti a causa dei reati contestati attraverso una futura costituzione di parte civile. È importante entrare nelle indagini anche per partecipare alle attività tecniche e medico legali.
  2. chiedere i danni che sono derivati dai fatti di reato contestati. In particolare, si potrà ottenere il risarcimento sia dei danni patrimoniali(spese funerarie, eventuali costi medici eccetera) sia dei danni non patrimonialiovvero quelli derivanti dalla lesionedi interessi giuridicamente rilevanti ed inerenti alla persona privi di un valore di scambio ( quali la salute, l’integrità fisica e morale eccetera).

In questo caso, le voci di danno non patrimoniale che potranno essere richieste sono molteplici:

danno morale, identificabile nel patema d’animo o nella sofferenza interiore subiti dalla vittima dell’illecito;

danno esistenziale, consiste in  quel danno che comporta un peggioramento della qualità della vita, riconducibile a un danno non alla salute psico-fisicama, piuttosto, ai valori dell’esistenza del danneggiato. In particolare, nel caso di specie il danno esistenziale potrà essere determinato dalla sofferenza causata dal fatto di sapere che all’interno dell’urna funebre non siano contenute le ceneri del proprio caro e dall’impossibilità di piangere i resti del parente defunto. O ancora, nel caso in cui non sia possibile accertare, tramite esame del DNA, se le ceneri presenti nell’urna funebri siano o meno del proprio caro, il danno esistenziale sarà costituito dalla sofferenza determinata dall’incertezza di non sapere se effettivamente i resti appartengano o meno al proprio defunto.

danno biologico, consiste nella lesione dell’interesse, costituzionalmente garantito, all’integrità fisica della persona che potrà essere accertato mediante una perizia medica. In particolare, si potrà sottoporsi ad un esame psichiatrico al fine di accertare se i fatti di reato hanno causato un vero e proprio danno psichico determinato dalla sofferenza e dal patema d’animo subito;

– “danno punitivo” sul modello americano, che oltre alla componente tipica del risarcimento del danno “compensativo”, assume una funzione punitiva e preventiva dalla commissione di altri reati.

A questo riguardo abbiamo cominciato da tempo un’aspra battaglia giudiziaria per il riconoscimento a favore delle vittime dei c.d danni punitiviche sono riconosciuti nell’ordinamento giudiziario statunitense con funzione sanzionatoria e di deterrenza – al fianco di quella compensativa – per fare sì che il risarcimento sia non solo parametrato al danno patito ma sia calcolato in una misura superiore affinché si trasformi in una pena privata comminata a chi si rende responsabile di condotte particolarmente gravi.

Peraltro è anche grazie al nostro costante lavoro che finalmente anche in Italia, come ha statuito la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 16601 del luglio 2017, sono stati ritenuti concedibili i danni punitivi e con grandissima nostra soddisfazione abbiamo potuto verificare che l’ordinanza dirimessione della questione della riconoscibilità dei danni punitivi alle SezioniUniteera basata esattamente sugli argomenti che avevamo speso appena pochi giorni prima in una nostra memoria difensiva depositata alla Corte di Appello di Firenze nel corso del processo peril naufragio della Concordia.

E’ possibile allora pretendere la condanna – oltre che in sede penale per la sussistenza di eventuali reati, anche in termini di responsabilità civile e risarcitoria, in misura economicamente esemplare a carico degli autori delle condotte criminose.

Al fine di richiedere i danni sopra elencati è necessario sin da ora conservare tutte le ricevute, le fatture e gli scontri inerenti alle spese sostenute per il funerale, per la cremazione, per i costi medici qualora sia stato necessario avvalersi di un supporto psicologico.

  1. eseguire l’esame del DNA sui resti del Vs familiare presso un laboratorio in modo da accertare l’identità del parente. Dalle ultime notizie in campo medico, siamo infatti a conoscenza della possibilità di procedere in tal senso ad analizzare le ceneri dei defunti mediante il supporto di un laboratorio scientifico di Torino con cui collaboriamo.

guariniCOSA VI FORNIAMO: il nostro pool legale vi offre assistenza legale e personale a 360 gradi non solo per ottenere il massimo risarcimento, attraverso il nostro team di avvocati, esperti di diritto penale e di diritto civile, al fine di fornire ad ognuno dei parenti una tutela personalizzata.

Noi non riteniamo che la class actionsia la soluzione e pensiamo che i vantaggi economici dell’azione collettiva possano essere ugualmente raggiunti senza rinunciare al diritto di ognuno di vedere riconosciuta e tutelata la propria posizione. Sappiamo per esperienza maturata nell’assistenza prestata alle vittime nei grandi disastri che ogni singola posizione deve essere considerata come un caso a parteed essere oggetto di una analisi del danno e dello stress subito da ciascuna persona in base alla sua personale esperienza. I processi seguiti ci hanno permesso di misurare sul campo quanto si possa ottenere di più partecipando al processo penale piuttosto che intraprendere un’azione civile o collettiva.

Pensiamo dunque che solo la partecipazione al processo penale consenta di avere subito l’attenzione della magistratura senza costi, lasciando che sia la Procura ad individuare i responsabili e ad accertare i reati che sono il presupposto per la richiesta dei danni.

La nostra esperienza ci ha permesso di collaborare con il massimo esperto di Post Traumatic Stress Disorder in Italia, già nostro consulente nel processo Costa Concordia, nel processo Norman Atlantice nel processo crollo della Torre Piloti di Genova e con una vera propria autorità a livello internazionale in campo delle prove scientifiche, in particolare l’esame del DNA, e delle attività medico legali che qui saranno necessarie.

La possibilità di rappresentare nel processo penale più vittime farà sì che l’attività dei nostri consulenti sia condivisa e proprio per questo accessibile a tutti.

QUANTO VI COSTA: operiamo in modo molto chiaro e nella assoluta trasparenza, non è richiesto alcun versamento e portiamo a termine l’incarico senza chiedere anticipazioni sugli onorari a carico dei nostri clienti, l’unica spesa che resta a vostro carico è quella per l’eventuale test DNA e le consulenze, convenzione con lo studio e un ntributo per le spese di cancelleria a forfait; ovviamente i nostri avvocati non lavorano gratis; il sistema di pagamento previsto è quello della percentuale sul valore dell’affare, cioè sul valore della controversia ossia il risarcimento dei danni in vostro favore che stimiamo di poter ottenere, prevedendo anche un massimale in caso di esito negativo. E’ certamente, in questo caso, un accordo e meccanismo virtuoso e vantaggioso per le vittime, poiché, senza dover anticipare alcuna spesa o rischiare di dover pagare migliaia di euro in parcelle per le spese legali, i nostri avvocati a percentuale avranno tutto l’interesse ad ottenere in vostro favore il massimo risultato nel minor tempo possibile. L’assistenza del ns. pool legale copre interamente con questo accordo sia la fase stragiudiziale (lettere e intimazioni risarcitorie, trattative, incontri, transazioni etc.) che tutte le azioni penali che stiamo promuovendo ed intendiamo promuovere per conto di tutti i nostri clienti (denunce-querele, richiesta di sequestro etc. etc.)

Per contatti:

STUDIO LEGALE GUARINI E POGGI STP

mail: avvocati@guarinipoggi.eu

tel. 015-2520150

cell. 338-7246859

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